Vi abbiamo già parlato
delle carte napoletane, del loro
utilizzo nel cinema e delle loro caratteristiche, oggi vogliamo parlarvi della
loro storia e della loro diffusione
nel periodo Borbonico (1734-1805).
Fu questo il periodo di
massima diffusione delle carte da gioco che la corona decise, a causa della continua
necessità di denaro contante, di assegnarne in appalto la gestione della
vendita e delle riscossioni delle imposte dietro versamento anticipato del
corrispondente importo del fitto.
Si pensi che nel 1748, il fitto annuo era di 8.640 ducati per la vendita di 100.000
mazzi di carte, di cui, come abbiamo detto, 58.000 destinati al Regno e 42.000
per la sola città di Napoli.
Gli arredatori (dallo spagnolo arredare=appaltare) erano le persone
incaricate alla riscossione dei tributi. Oltre all'esazione dell'imposta gestivano anche la vendita delle carte da gioco mediante una rete di subappaltatori, e, ne controllavano la produzione. Chiunque producesse carte da gioco doveva essere
autorizzato dall'arrendatore e, ogni mazzo di carte, per non essere considerato
di contrabbando, doveva portare un bollo
a conferma dell'avvenuto pagamento del dazio.
La produzione delle carte
da gioco era consentita solo nella città di Napoli ed era affidata alla
cosiddetta Arte dei Cartari, la corporazione dei fabbricanti carte da gioco.
Il contrabbando era perseguito severamente.
Nel 1753
a causa di una legge contro i giochi,
si ebbe un notevole calo delle vendite e, senza appaltatori disponibili, la
gestione dell’appalto tornò a essere dello stato.
Vent’anni dopo, nel 1774, pagando un fitto di 13.413 ducati subentrò un appaltatore privato.
Da quel momento in poi,
fino alla fine del Regno Borbonico il business delle carte da gioco rimase in
mano ai privati e il continuo aumento del fitto dimostra quanto, senza leggi
severe contro il gioco, fosse remunerativo.
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tradizione, giocando a Napolitan Revenge gratis per IOS e Android.
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Neapolitan Cards during Bourbon Kingdom
We have spoken about Neapolitan cards, their role in film and
their features, today, we would like to speak about their history and diffusion
during Bourbon Kingdom (1734-1805).
This was the period of maximum spread of the game, during which the
Kingdom decided to award the management of the sales and taxes of playing cards
in the face of the advance payment of the rent, because of its need of cash.
In 1748 the annual rent was 8.640 ducati for the sale of 100.000 decks of playing cards, of
which, as we wrote on previous post, 58.000 for the entire Kingdom and 42.000
for Naples only.
The arredatori (from Spanish arredare=to subcontract) where people
who managed taxes collection. Beyond that, they were managing the sale of
playing cards, through a sales network, and controlling their production. The
ones who produced playing cards should be authorized by the arredatore
and every deck should feature a stamp to demonstrate the payment of the rent.
Their production of playing cards was allowed only in Napoles and was
assigned to the Arte dei Cartari,
the association of playing cards artisans.
In 1753 because a law against games, there was a huge drop of sales and, with no
contractors available, the management of the contract came back to Kingdom.
Twenty
years later, in 1774, with an annual
rent of 13.413 ducati a new private
contractor arrived.
Since
then until the end of Bourbon Kingdom the playing cards business has remained
private and the continuous grow of the rent has demonstrated how much, without
laws against game, it was profitable.
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